“Cinquant’anni fa, una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di nascosto alla madre, saliva sul palco traballante di una balera lombarda…”Mina (La Stampa, 22 settembre 2008)
“Tu ,Mina, hai un unico difetto. Quello di essere nata in Italia. Se tu fossi nata in Francia saresti un monumento nazionale. Come è stata la Piaf. È la gente, i giornalisti, i fotografi, consapevoli e grati di quell’ evasione dalla realtà che tu dai con la tua voce, con le tue canzoni, col tuo innegabile fascino, ti sarebbero grati. Ti dimostrerebbero ammirazione. In Italia no, lo sai anche tu. ” Gilbert Bécaud”
Voce, talento, personalità, presenza. Si è imposta rimanendo se stessa, è una donna formidabile. È una diva, come non ne ho più incontrate. Dopo ho visto brave interpreti, ma sono un’altra cosa.” Maurizio Costanzo
“Il grande talento di Mina è quello di interpretare una canzone e in tre minuti di fare della canzone un capolavoro unico, un’opera d’arte.” Vincenzo Mollica
“Per me la vera grande fortuna non è essere stato il figlio di Mina ma l’aver imparato questo meraviglioso mestiere da Mina: questo è il vero privilegio! Mina è un ‘artista completa ed è sempre contemporanea ed ha ancora molto da dire. ” Massimiliano Pani
“Mia madre è la mia mamma,punto e basta. La persona alla quale voglio più bene al mondo, il mio punto di riferimento. Quella che mi consiglia sul lavoro come sulla vita quotidiana, la spalla su cui piangere e quella su cui sorridere. Ho fatto una strada, l’ho percorsa, talvolta ho sbagliato e sono tornata indietro. E Mina era lì, ma a fare la mamma, senza giudicare. ” Benedetta Mazzini.
“Il primo personaggio della casa è la Mamma. Ogni cosa dipende da lei. È lei a ordinare il menù di Nikolaj il cuoco, lei che permette di uscire, lei che cuce le nostre camicie. Sta sempre allattando, corre da un capo all’altro della casa per tutta la giornata. Con lei si possono fare i capricci, ma di tanto in tanto si arrabbia e ci punisce. Sa tutto meglio di tutti. Sa che ci si deve lavare tutti i giorni, che a desinare bisogna mangiare la minestra, parlare francese, comportarsi bene,non strisciare i piedi per terra, non mettere i gomiti sul tavolo. Se dice che non si deve andar fuori a giocare perché pioverà, si può essere sicuri che pioverà davvero, perciò bisogna obbedirle. Quando la mamma mi ha messo a letto e se ne va a suonare il piano con papà, io non riesco ad addormentarmi, mi dispiace che mi abbiano lasciato solo, allora comincio a tossire e non la smetto e non la smetto finché la balia va ad avvertire la mamma, e mi agito perché ci mette troppo tempo a venire. Non mi adormenterei per nessuna ragione prima che sia venuta e prima che, versate dieci gocce in un bicchierino ,non me le abbia fatte bere. ”
II’ja L’vovic Tolstoj ( da ricordi di uno dei miei figli- Anni con mio padre)
“Ti ricordi il proverbio indiano…diceva pressappoco così:” Ogni volta che vuoi giudicare qualcuno, cammina prima per tre lune nei suoi mocassini.” Dobbiamo diventare dei grandi camminatori non credi? Camminare, camminare e camminare ancora, uno a fianco dell’altro, scambiandosi le scarpe, uno nelle scarpe dell’altro. Camminare pensando al giorno in cui siamo venuti al mondo e a quello in cui ce ne andremo. Camminare accanto alla fragilità, nella nudità senza toghe, senza indici levati. Dobbiamo camminare per costruire un mondo la cui base non siano più il giudizio e il pregiudizio, ma l’umiltà e la comprensione. ”
“Amore mio, ti sto aspettando. Quanto è lungo un giorno al buio, o una settimana. Il fuoco è spento ormai e io sento un freddo orribile. Forse dovrei trascinarmi fuori ma poi ci sarebbe il sole. Ho paura che sto sprecando la luce per i dipinti e per scrivere queste parole. Moriamo. Moriamo ricchi di amanti e di tribù, di gusti che abbiamo inghiottito, di corpi che abbiamo penetrato risalendoli come fiumi, di paure in cui ci siamo nascosti come in questa caverna stregata. Voglio che tutto ciò resti inciso sul mio corpo. Siamo noi i veri paesi, non le frontiere tracciate sulle mappe con i nomi di uomini potenti. Lo so che tornerai e mi porterai fuori di qui nel palazzo dei venti. Non ho mai voluto altro che camminare in un luogo simile con te, con gli amici. Una terra senza mappe. La lampada si è spenta e sto scrivendo nell’oscurità. ” Lettera di Katharine Clifton.
Film del 1996, di Anthony Minghella tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ondaatije. Vincitore di 9 premi Oscar con Ralph Fiennes, Kristin Scott Tomas, Julette Binoche, Colin Firth…Il film è stato girato a Pienza, nella Val d’Orcia.
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