Canzone tratta dall’Album “Dalla” il cui titolo originale era:”Dialettica dell’Immaginario”, il testo del filosofo bolognese Stefano Bonaga, amico d’infanzia di Lucio Dalla. Il brano racconta dell’incontro tra un uomo anziano e una ragazza molto giovane, dalla quale è inizialmente attratto e poi ,sempre più, innamorato. Le intenzioni iniziali dell’uomo non si traducono però in azione e finisce per essere vittima del suo innamoramento e finisce per rivendicare, a beneficio consolatorio, la nobiltà del suo comportamento:” ma ricorda che a quel muro ti avrei potuta inchiodare”. Dalla rivelò in un’intervista che avrebbe pensato, all’inizio, ad un brano per accompagnare una sceneggiatura e che venne ispirato da una cena in compagnia di una donna molto più giovane di lui.
Mese: gennaio 2022
Vento d’autunno

Vento d’autunno,
ci guardiamo negli occhi
e viviamo, tu ed io.
Masaoka Shiki
Eduardo De Filippo ricorda la sorella Titina dopo la sua scomparsa
Venti alisei

Sotto il cappello di paglia il cui intreccio filtrava / il sole sulla tua fronte/ gettavano sguardi occhi scuri come more/ selvatiche, infantilmente penetranti. / Silenziosamente volevi proteggere la scura pioggia di lentiggini del tuo volto. / Ma talvolta dimenticavi te stessa e ridevi.
Harry Martinson ( Le erbe nella Thule)
“Maurizio Pollini 1960 VI Chopin Piano Competition”
“Tutto cambia perché nulla cambi.”
Monologo di don Fabrizio di Salina sulla Sicilia tratto dal film Il Gattopardo del 1963 diretto da Luchino Visconti e tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Il Riccardo – Giorgio Gaber
Voglio, avrò

Voglio, avrò-
se non qui,
in altro luogo che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò.
Fernando Pessoa
The Pianist”: Chopin Nocturne C sharp minor (Arjen Seinen – Piano).”
Sangue che si fa sentire

“Il cavallo possedeva al massimo una qualità che faceva dimenticare tutti i suoi difetti; il “sangue “, sangue “che si fa sentire “, come dicono gli inglesi. I muscoli fortemente rilevati al di sotto della rete delle vene, distesi sotto la pelle sottile, mobile e liscia come raso, sembravano duri come ossa. La testa asciutta, con gli occhi in rilievo, luminosi e vivi, si allargava verso le froge prominenti dalle membrane iniettate di sangue all’interno. In tutta la linea della cavalla, e in particolare nella testa, c’era qualcosa di volitivo e nello stesso tempo di dolce. Era una di quelle bestie che sembra non parlino solo perché la conformazione della loro bocca non lo permette. “
Lev Tolstoj
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