
La frutta Martorana veniva confezionata a Palermo dalle suore nel convento di Santa Maria dell’Ammiraglio ( conosciuta come la Martorana, dal nome della nobildonna che fece costruire il monastero benedettino). Racconta la tradizione che il giardino del convento e l’orto fossero fra i più belli della città, il vescovo, incuriosito da tanta fama, decise di far visita al giardino del convento il giorno della festa di Ognissanti , quando gli alberi erano privi di frutta. Le monache allora decisero di creare frutti colorati per decorare gli alberi e abbellire così il giardino.

Così nacque la commercializzazione della frutta di martorana, avviata dalle stesse monache che iniziarono a venderla alle famiglie ricche di Palermo. Tutt’ oggi le vetrine delle pasticcerie di tutta la Sicilia, nei giorni dedicati ai Santi e ai morti, si riempiono di frutta di marzapane .
“Quando ero bambino, ricevevo il regalo il 2 novembre, perché la tradizione voleva che i morti portassero i regali ai loro discendenti. Prima di andare a dormire mettevamo sotto il letto un canestrino, e aspettavamo che il morto/a di casa a cui avevamo scritto una letterina ci portasse i regali. I cestini venivano riempiti di dolcetti di marzapane e poi si andava, con il cestino, a ringraziare il morto al cimitero….il giorno dei morti era una festa meravigliosa….il 2 novembre in tutte le pasticcerie siciliane preparano questi cestini di dolcetti e questo è un modo di conservare comunque la memoria delle tradizioni. Credo che non possa esserci un popolo senza memoria delle proprie tradizioni. Le tradizioni si modificano me è fondamentale continuare a conservarle, in qualche modo, perché in un’epoca come la nostra, che è un’epoca di mutamenti, l’unico modo per non aver paura di tutto ciò che sta avvenendo, è sapere chi sei, senza bisogno di dirlo, di proclamarlo. Ma se sai chi sei, con le tue tradizioni, non perderai mai la tua identità. ”
Andrea Camilleri
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